Il tortello è una pasta ripiena inventata molto probabilmente per recuperare avanzi della tavola. Le prime tracce del tortello risalirebbero a circa il 1100 nella Padania longobarda. E’ una invenzione della cultura medievale che sintetizza l’arte della pasta e delle torte. I tortelli si cuocevano in due modi diversi: bolliti in acqua o brodo e serviti con formaggio e spezie, o fritti e addolciti con zucchero e miele. Il taleggio è un formaggio italiano d.o.p. a pasta cruda di latte vaccino, molle e a crosta lavata, di origini antichissime, risalenti forse ad un periodo anteriore al X secolo, la sua zona di origine è la Val di Taleggio in provincia di Bergamo. Documenti risalenti al 1200 fanno riferimento ai commerci e agli scambi di cui era oggetto il Taleggio insieme ad altri formaggi.
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Tiramisù agrumato al cointreau
Molte sono le leggende intorno alle origini del tiramisù, dessert al cucchiaio a base di savoiardi, inzuppati nel caffè e inframmezzati da una crema a base di uova, zucchero e mascarpone. Alcuni collocano la sua nascita a Siena dove, si dice, sia stato preparato in occasione di una visita del granduca Cosimo III de’Medici e denominato “zuppa del duca”: contrasta però con questa versione l’utilizzo del mascarpone, formaggio tipico della Lombardia e dei savoiardi, biscotti della Savoia, entrambi gli ingredienti verosimilmente non usati nella pasticceria senense tra il XVII e il XVIII secolo, peraltro la “zuppa del duca” non è indicata nella ” Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene ” di Pellegrino Artusi. Ad oggi il tiramisù è riconosciuto come dolce originario della provincia di Treviso anche se altri ritengono che questo dolce sia stato creato da un pasticcere di Torino per sostenere il Conte di Cavour nella sua azione politica per unificare l’Italia mentre, altri ancora, sostengono che tale dolce sia nato in Carnia negli anni cinquanta.
Il cointreau è un marchio francese che identifica il liquore triple sec prodotto a Saint-Barthélemy-d’Anjou, vicino alla città francese di Angers, dall’azienda Rèmy Cointreau.
Oggi vi propongo una variante del tiramisù che non prevede l’uso del caffè ma, in sua sostituzione, il cointreau insieme a succo di arancia. Provatelo… È una vera delizia !!!
Dolce semplice con frutta d’autunno
Questa torta è veloce da realizzare ed è ideale per la colazione, io ho usato i Kaki mela ma può essere impiegato anche altro tipo di frutta.
Il nome botanico del kako mela è diospyrus kaki, proprio per le sue origini orientali gli è stato attribuito anche il nome di loto del Giappone dove è molto amato ed ha assunto una valenza simbolica di vita e rinascita. Questo frutto è diverso dal cako comune infatti esso non va consumato subito dopo la raccolta ma va fatto maturare fino a perdere il contenuto di tannini acquistando così dolcezza. E’ di colore arancio e va consumato croccante e dolce, si sbuccia come una mela. Il kako mela è un frutto tipico dell’Emilia e la sua stagione va da ottobre a novembre. Si conserva meglio fuori dal frigo per un massimo di 6/7 giorni. Se sono un pò acerbi per farli maturare bisogna disporli in una cassetta o su un cartone distanziati tra loro e con alcune mele interposte in luogo caldo asciutto e possibilmente buio, le mele infatti liberano dei gas che rendono più dolci i kaki. Sono frutti energeteci. Il consumo di un frutto equivale ad una scorta di zuccheri semplici come il fruttosio, le fibre sono abbondanti ed il colesterolo assente è ricco di potassio e di provitamina A e C. Oltre che crudi i kaki mela si prestano benissimo per la preparazione di confetture e crostate.
sformatino di patate con crosta al parmigiano
Questo pietanza può costituire anche un ottimo piatto unico e si adatta benissimo ad essere gustato nei mesi freddi dell’anno.
La patata (solanum tuberosum), appartenente alla famiglia delle solanaceae, è originaria del Perù, della Bolivia, del Cile e del Messico dove veniva coltivata dalle civiltà azteca e incaica. Non venne scoperta da Colombo ma dagli spagnoli di Pizzarro sulla cordigliera andina solo a metà del cinquecento. Inizialmente fu chiamata “papa” (in lingua quechua indica appunto Solanum tuberosum) ma in Europa venne chiamata “patata” perchè confusa probabilmente con la patata dolce delle aree tropicali americane. Nella seconda metà del XVI secolo le patate giunsero in Italia (qui vennero chiamate “tartuffoli”) grazie ai padri carmelitani scalzi che insegarono come dovevano essere coltivate e raccolte. In passato, poiché molti, inopportunamente, mangiavano non i tuberi ma le foglie e i frutti velenosi con conseguenti intossicazioni, le patate si guadagnarono una fama negativa, fu poi a causa di una terribile carestia nel 1663 che in Irlanda si cominciò a consumare patate per l’alimentazione umana.
La patata va conservata intera al fresco e al buio, ma si può preservare pure tagliata a fette in frigorifero per un paio di giorni, purchè immersa in acqua fredda, non ha invece alcuna conservabilità dopo la sua cottura.
Essa è ricca di vitamine del gruppo B, di vitamina C, potassio, rame, ferro, cromo e magnesio. sono energetiche e favoriscono il senso di sazietà.