E’ un primo piuttosto veloce da cucinare, ricco di gusto e non solo per cui può costituire senza dubbio anche un piatto unico .
L’origine di questo piatto è incerta. Alcuni sostengono che sia stata ideata nel Lazio: in particolare il suo nome deriverebbe da un “carbonaro” cioè¨ uno spazzacamini che, abbandonata la propria attività , aprì una osteria a Roma proponendo questa ricetta. Secondo altri la “carbonara” sarebbe nata alla fine della 2° guerra mondiale con l’arrivo degli americani in Italia, infatti si cominciò a vederla menzionata dopo la liberazione di Roma del 1944 quando comparve il bacon insieme alle buste liofilizzate di uova portate dalle truppe USA. Secondo altri ancora la carbonara sarebbe invece l’evoluzione del “cacio e ova” di origine laziale e abruzzese e prenderebbe il nome dai boscaioli che andavano sugli appennini a fare carbone con la legna: in effetti la vera ricetta prevede non certo l’uso del bacon o pancetta affumicata ma il guanciale cioè la guancia del suino con alta quantità di muscolo e bassa quantità di grasso pregiato. Continua a leggere
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Frittatina ricca
Questo piatto è veloce e molto gustoso costituisce un nutriente secondo piatto ma d’estate può essere consumato anche come piatto unico.
La frittata è forse una delle preparazioni culinarie più antiche e diffuse. Il termine deriva dal latino “frixura” (frittura) ed è un piatto di origine italiano simile alla omelette francese che però, a differenza della prima, non viene girata durante la cottura e viene servita piegata in due. Nel 1535 fu preparata presso la certosa di Padula una leggendaria frittata con ben mille uova in onore di Carlo V di Spagna che si fermò presso la certosa con il suo esercito vittorioso di ritorno dalla battaglia di Tunisi.
Variazione di “Clafoutis”
L’origine di questo dolce è francese originario della regione del Limousin. Il suo nome deriva dall’occitano “clafotis” e più precisamente dal verbo “clafir” che significa riempire. Il classico “Clafoutis” è fatto di ciliegie nere annegate in una pastella a base di uova latte e farina. In realtà ne esistono molte varianti sia dolci, in cui si usano diversi tipi frutta come pere, mele, albicocche, more, frutta secca, fichi ecc., che salate. Le signore francesi che cucinano spesso questo dessert vengono chiamate “clafouteuses” . Questo è un dolce che si adatta benissimo ad essere preparato in estate perché è molto semplice e veloce da realizzare ed è ottimo freddo. Qui ve lo propongo con pesche prugne e cocco.
Babà profumato agli agrumi
Il Babà è un dolce estremamente raffinato ed elegante e pur rappresentando uno dei protagonisti assoluti della pasticceria tradizionale napoletana in realtà le sue origini sono legate a diverse culture, sembra infatti che esso derivi da un dolce polacco a lievitazione naturale ( “babka ponczowa”) passato dalla Francia per arrivare poi a Napoli. Si narra che questo dolce sia stato realizzato agli albori del XVIII secolo per caso dallo zar polacco Stanislao Lesczynki . Sembra che al sovrano non piacesse molto il dolce tipico polacco ( kugelhupf ) per la sua secchezza quindi stanco che gli venisse servito sempre questo dessert lo prese e lo scaraventò dall’altra parte della tavola andando a colpire una bottiglia di rhum che versandosi inzuppò il dolce: il suo profumo intenso colpì l’olfatto dello zar che volle assaggiarlo. Rimanendone estasiato. lo zar volle chiamarlo ” All Baba ” in onore di uno dei personaggi de “Le mille e una notte” libro che adorava. Successivamente il sovrano detronizzato si rifugiò in esilio in Francia, grazie alla parentela con Luigi XV, portando con sé il suo amato dolce la cui ricetta fu messa a punto dai maestri pasticceri parigini. Essi semplificarono il nome in “baba”. Alla fine il famoso dolce approdò a Napoli per merito dei “monsù” i cuochi francesi al servizio delle nobili famiglie partenopee. I pasticceri napoletani trasformarono il nome in “babbà” dando vita ad un vero e proprio mito cittadino.