Il nome ricotta deriva dalla parola latina “recoctus” cioè cotto due volte infatti essa si ottiene dal riscaldamento del siero residuo della lavorazione che ha già subito una cottura per la produzione del formaggio. La ricotta era ben conosciuta dagli antichi tanto da essere citata anche nel IX libro dell’Odissea ma fu dimenticata nel Medioevo mentre pare che sia stato Francesco d’Assisi ad insegnare nuovamente ai pastori del Lazio a produrre questo formaggio dimenticato, vera o falsa che sia questa storia effettivamente la ricotta è un formaggio povero fatto con la parte più umile del latte ma al contempo si presenta bianca e celestiale e sicuramente tali caratteristiche la accomunano all’immagine del Santo. La ricotta è anche il titolo di un’opera di Pier Paolo Pasolini nella quale il semplice formaggio diventa il pranzo del protagonista, un semplice popolano ignorato e disprezzato dal mondo borghese che lo circonda. Mi piace anche ricordare la favola della ricottina che mi veniva raccontata quando ero piccola: ” C’è una contadina che si chiama Marietta. La contadina aiuta sempre un suo vicino pastore e un giorno, il pastore, le regala una ricotta. Marietta è molto contenta, prende la ricotta, la chiude in un cestino e mette il cestino sulla sua testa. Mentre cammina per tornare a casa, Marietta pensa: ” ora vendo la ricotta e con i soldi compro una gallina.. Poi faccio fare molte uova alla gallina, le vendo e con il soldi compro un coniglio. Faccio fare molti cuccioli al coniglio, li vendo e con i soldi compro un maiale, lo faccio ingrassare e lo vendo, con i soldi compro una mucca. E così guadagnerò tanti soldi per comprarmi una bella casa, abiti eleganti e tutti mi saluteranno con un inchino! Così!” Marietta si dimentica di avere la ricotta sulla testa, si inchina e la ricotta le cade e si rompe e con lei si rompono tutti i suoi sogni”.
La ricotta può essere ricavata da vari tipi di latte come quello vaccino, ovino, caprino o di bufala ed è considerato un formaggio magro ricco di proteine nobili.
Quello che vi propongo è il procedimento per realizzare in casa la ricotta utilizzando il siero del “primosale” precedentemente prodotto ed alla cui ricetta “il mio primosale“, vi rimando.
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Il mio ” primosale”
“… le pecore e le belanti capre mungeva seduto, secondo un ordine tutte e il suo piccolo sotto ad ognuna spingeva. Quindi cagliata metà del candido latte, l’ammassò e la pose dentro canestri intrecciati…” (Odissea canto IX).
Dunque si tratta di un formaggio di antiche origini che Omero già cita nell’Odissea quando Ulisse, durante le sue peregrinazioni, si imbatte nel ciclope Polifemo. Ne parla anche Aristotele e Plino il Vecchio lo menziona nella “Naturalis Historia”.
Questa ricetta suggeritami dalla mia cara amica Michelina regala un formaggio dal sapore delicato, dalla consistenza morbida ma al tempo stesso compatta, può essere realizzato con latte di pecora ma anche con quello vaccino e, volendo, può essere aromatizzato con spezie dopo l’aggiunta del caglio, che io personalmente acquisto, vegetale, in farmacia.
E’ un formaggio che non richiede stagionatura e che, dunque, può essere consumato già dopo otto ore dalla sua realizzazione, si conserva benissimo in frigorifero ben protetto all’interno di un contenitore. E’ ottimo da gustare da solo ma anche marinato o accompagnato da chutney, composte o miele, si adatta benissimo anche ad essere consumato nelle insalate o per arricchire antipasti.
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