Risotto di mare

 

Il protagonista di questo piatto è il riso. Il suo nome, dal greco “òriza”, indica una pianta annuale della famiglia delle graminacee di origine asiatica che, insieme alla “oryza glaberrima” coltivata in Africa, è una delle due specie di piante da cui si produce il riso. L’incertezza sulle origini del riso ha alimentato la nascita di molte leggende intorno ad esso considerato da sempre un dono di forze sovrannaturali, simbolo di fecondità, laboriosità, felicità e di buona salute.
In India si narra che il dio Shiva un giorno creò una stupenda ragazza che chiamò Retna Dumila (gioiello splendente) di cui lo steso dio, data la sua straordinaria bellezza se ne innamorò chiedendole di diventare sua moglie; la fanciulla rispose che si sarebbero sposati solo a condizione che prima egli avesse creato un cibo con cui nutrirsi ogni giorno senza stancarsene. Shiva fece diversi tentativi ma furono tutti inutili perché Retna Dumila era incontentabile così il dio adirato costrinse la ragazza a sposarlo con la forza. Dumila ne morì di dolore ma dopo 40 giorni di notte sulla tomba comparvero delle minuscole luci da cui, al mattino, spuntarono tanti piccoli germogli. Commosso Shiva diede a quella pianta il nome di Pari (riso). Quella pianta avrebbe dato agli uomini e agli dei l’alimento che Retna Dumila aveva richiesto, un cibo che si potesse mangiare ogni giorno. Nell’isola di Giava ancora oggi i sacerdoti del riso (dukon pari), indicano i giorni e le ore migliori per eseguire la semina e la raccolta e pregano per l’anima di Dumila.

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Zeppolelle zucchero e cannella

A tutti i papà del mondo, per l’importanza che essi hanno per tutti i figli del mondo, dedico questa ricetta, antica e bellissima, tramandata da mia nonna che ho conosciuto solo in sogno ma dalla quale mi sono sentita sempre protetta. Ogni volta che preparo queste piccole zeppole pensando alla loro essenzialità e bontà disarmante, mi sorprendo a pensare che si può raggiungere la felicità con poco e con piccoli gesti e semplici ingredienti si può creare qualcosa di talmente buono da rassicurarci, da rinfrancarci, da farci sperare, da farci sentire voluti bene sempre e nonostante tutto .

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strascinati e cime di rapa

Questo è un tipico primo piatto della cucina lucana, gustosissimo!!  Semplice ma raffinato nella sua essenzialità  questa pietanza ci regala sapori nitidi, distinti e riconoscibili ma, prima ancora, profumi intensi e rassicuranti. Si mangia prevalentemente d’inverno, infatti  è proprio in questa stagione che possiamo trovare al mercato le migliori cime di rapa dato che la loro caratteristica è quella di vegetare a basse temperature e dunque sono considerate un ortaggio autunnale e invernale ricco di sali minerali, vitamine ed antiossidanti.

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Una mimosa per te

Ci sono donne…. E poi ci sono le Donne Donne….E quelle non devi provare a capirle, perché sarebbe una battaglia persa in partenza. Le devi prendere e basta. Devi prenderle e baciarle, e non devi dare loro il tempo il tempo di pensare. devi spazzare  via con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure che ti sapranno confidare una volta sola, una soltanto. a bassa, bassissima voce. Perché si vergognano delle proprie debolezze e, dopo averle raccontate si tormentano – in una agonia lenta e silenziosa – al pensiero che, scoprendo il fianco, e mostrandosi umane e fragili e bisognose per un piccolo fottutissimo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi ed i tuoi passi allontanarsi. perciò prendile e amale. Amale vestite, che a spogliarsi son brave tutte. Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi di una donna possono trovare scudo dietro un velo di mascara. Amale addormentate, un po’ ammaccate, quando il sonno le stropiccia. Amale sapendo che non hanno bisogno: sanno bastare a se stese. Ma appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro (Alda Merini)

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