L’origine del nome “ciambella” sembra da attribuire ad un pasticcere, che visse a Madrid, di nome Leone Ciambelli famoso per le sue torte a base di pan di spagna e le cui ricette custodiva gelosamente. La leggenda racconta che un giorno, durante una gara, il suo rivale mandò il proprio figlio di nome Osvaldo a rovinare la torta del Ciambelli ed a questo scopo disegnò al centro della torta una O come appunto l’iniziale del suo nome. Leone vedendo la sua torta con il buco al centro pianse, sicuro di perdere la gara, ma le cose andarono diversamente perchè l’idea di una torta con il buco al centro ebbe gran successo presso la giuria che gli assegnò ancora una volta il primo premio dando, in suo onore, a quel dolce il nome di ciambella.
Si tratta del tipico dolce da prima colazione di cui esistono moltissime versioni, quella che vi proprongo è al cioccolato e ricca di aromi che al mattino risvegliano i sensi!
Marmellata di Arance con “Anice Stellato”
L’anice stellato (illicium verum),conosciuto in Cina da 3000 anni, fu introdotto in Europa da Thomas Cavendisch alla fine del diciassettesimo secolo, passando attraverso la Russia. Usato molto dagli Egizi nel 1500 a.c. nelle bevande e nel cibo ma anche come rimedio. E’ un albero tropicale sempreverde originario dell’Asia orientale. ma è molto diffuso anche in sud America, è ricco di proprietà cui quelle digestive, carminative, galattogoghe e balsamiche. I suoi fiori di un bel colore giallo generano frutti dai semi aromatici che quando appassiscono diventano coriacei ed emanano un intenso aroma di anice.
Non so se sapevate che secondo la normativa europea, il termine marmellata può essere riferito solo alle preparazioni che contengono agrumi.
Dunque questa marmellata di arance acquisisce un avvolgente e particolare aroma dato dalla bellissima spezia anice stellato, provate per credere!
il Baccalà con i peperoni arrostiti
Protagonista di questo piatto semplice e saporito è Il Baccalà, si tratta dunque di merluzzo! Questo pesce, se essiccato, come facevano i Vichinghi che lo pescavano in gran quantità e poi lo essiccavano all’aria aperta per conservarlo a lungo, prende il nome di Stoccafisso; se, invece, lo stesso merluzzo viene messo sotto sale, come ci hanno insegnato i baschi, diventa Baccalà. Anticamente il Baccalà veniva scambiato con prodotti coloniali come lo zucchero, la melassa ecc. e anche con schiavi, che venivano trasportati in America per lavorare nelle piantagioni. Rappresentava dunque un bene prezioso e molto apprezzato che veniva utilizzato come vera e propria moneta di scambio!
la “Crostata” con fichi in confettura
Questo è un grande dolce tutto italiano che vanta una storia antichissima risalente all’era precristiana. Le sue origini si intrecciano alla mitologica figura di Partenope, splendida sirena a cui è legato il nome di Napoli anche in ricordo dei favolosi omaggi canori offerti alla popolazione locale ogni volta che risorgeva dall’acqua. La storia della crostata, così come quella della pastiera, si lega dunque al mito di Partenope: si narra infatti che un giorno la gente del posto per ringraziare Partenope per le sue dolci canzoni decise di donarle cibi pregiati come farina, ricotta, uova, grano duro, acqua di fiori d’arancio, spezie, e zucchero; la sirena, felice del gesto, li offrì a sua volta agli dei che glie li restituirono sotto forma di un dolce molto simile all’attuale crostata.
Che sia vera o no, questa è una magnifica storia che ha a che fare con la magica bontà di questo dolce!!!
Il merito della invenzione della crostata alcuni affermano appartenere ad una suora del convento di S. Gregorio Armeno, ma, senza dubbio la notorietà della crostata, in tutta Italia e all’estero, si deve alla famiglia reale di Borbone che la conobbe in modo fortuito e ne divenne ghiotta. A questo proposito si racconta che il marchese De Rubis, durante uno dei suoi viaggi verso Napoli, rimase coinvolto in un incidente con la sua carrozza e dunque fu costretto a chiedere ospitalità ad una famiglia di contadini che gli offrirono un pezzo di crostata, ne rimase estasiato tanto da farsi dare la ricetta per proporla alla corte di Borbone. La famiglia reale ne rimase folgorata facendone uno dei suoi cavalli di battaglia, come poco dopo la pastiera; dicono che fosse l’unico dolce in grado di far sorridere Maria Teresa D’Austria, moglie di Ferdinando II di Borbone, soprannominata fino ad allora “la regina che non sorride mai”.