Molte sono le leggende intorno alle origini del tiramisù, dessert al cucchiaio a base di savoiardi, inzuppati nel caffè e inframmezzati da una crema a base di uova, zucchero e mascarpone. Alcuni collocano la sua nascita a Siena dove, si dice, sia stato preparato in occasione di una visita del granduca Cosimo III de’Medici e denominato “zuppa del duca”: contrasta però con questa versione l’utilizzo del mascarpone, formaggio tipico della Lombardia e dei savoiardi, biscotti della Savoia, entrambi gli ingredienti verosimilmente non usati nella pasticceria senense tra il XVII e il XVIII secolo, peraltro la “zuppa del duca” non è indicata nella ” Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene ” di Pellegrino Artusi. Ad oggi il tiramisù è riconosciuto come dolce originario della provincia di Treviso anche se altri ritengono che questo dolce sia stato creato da un pasticcere di Torino per sostenere il Conte di Cavour nella sua azione politica per unificare l’Italia mentre, altri ancora, sostengono che tale dolce sia nato in Carnia negli anni cinquanta.
Il cointreau è un marchio francese che identifica il liquore triple sec prodotto a Saint-Barthélemy-d’Anjou, vicino alla città francese di Angers, dall’azienda Rèmy Cointreau.
Oggi vi propongo una variante del tiramisù che non prevede l’uso del caffè ma, in sua sostituzione, il cointreau insieme a succo di arancia. Provatelo… È una vera delizia !!!
Vellutata di zucca al pepe di Sarawak
La zucca è un frutto appartenente alla famiglia delle cucurbitacee. La sua origine è incerta, probabilmente importata dall’Asia minore, la coltivavano già gli antichi Egizi, i Greci e i Romani. Sia Discoride che Plinio chiamavano la zucca “…il refrigerio della vita umana, il balsamo dei guai…” infatti nonostante sia dolcissima è ipocalorica, possiede innumerevoli proprietà benefiche ed è una miniera di caroteni, pro-vitamina A, vitamina C e vitamine del gruppo B, fosforo, ferro, magnesio e potassio. Nella civiltà contadina si usava tenere una zucca in casa come auspicio di felicità ed abbondanza. Nei paesi anglosassoni la zucca è utilizzata per la costruzione della Jack-o’-lantern, caratteristica lanterna impiegata durante la festa di Halloween per scacciare spiriti maligni che secondo la leggenda vagano sperduti sulla terra.
Il pepe di Sarawak è originario del Borneo ha un’aroma estremamente raffinato dalle note fresche, fruttate e delicatamente resinose.
La ricetta che vi suggerisco è semplice, gustosa e leggera e per questo si adatta dunque ad essere consumata sia a pranzo che a cena Continua a leggere
Chutney di cipolle rosse
La cipolla (allium cepa), componente base di questa chutney, si ritiene originaria dell’Iran o dell’Afganistan e che sia stata introdotta in Europa dai greci. E’ uno degli ortaggi più antichi tra quelli consumati dall’uomo: godette di una grande considerazione presso gli Egizi che non solo ne fecero oggetto di culto, associando la sua forma sferica ed i suoi anelli concentrici alla vita eterna, ma la venerarono come una divinità da invocare a testimonianza di giuramenti o da mettere in mano ai defunti come lasciapassare per l’aldilà. Alessandro Magno la somministrava alle sue truppe per aumentarne il valore. Nell’antica Grecia sembra che gli atleti ne mangiassero in grande quantità perché convinti che alleggerisse il sangue mentre i gladiatori romani si strofinavano il corpo con le cipolle per rassodarne i muscoli. Discoride (medico, botanico e farmacista greco che esercitò a Roma durante l’impero di Nerone) sottolineava che la varietà bianca fosse più adatta come alimento, mentre, quella rossa, come medicinale, anche Galeno affermò la stessa cosa ritenendo il colore rosso indice di una più intensa efficacia curativa. Nel Medioevo le cipolle costituivano un alimento molto importante tanto da essere utilizzate non solo come cibo ma anche come merce di scambio per pagare gli affitti o come doni.
Il termine inglese chutney indica un tipo di condimento tipico della cucina indiana e diffuso in tutta l’Asia meridionale, che gli inglesi importarono dall’Oriente dopo la dominazione britannica in India, viene consumato nei sendwich, con i formaggi (il cheddar, il cheshire, lo stilton). E’ una preparazione sempre speziata ed agrodolce solitamente contiene verdure o frutta cotte a lungo con zucchero e aceto. Viene utilizzata come salsa di accompagnamento agrodolce per pietanze dal gusto delicato.
Il chutney più famoso è quello di mango ma ne esistono di mele, ananas, prugne, pesche, albicocche, pomodoro, cipolle, melenzane, fichi, cocco, datteri, menta, e tanti altri ancora. Le spezie più usate sono il pepe nero, lo zenzero, la curcuma, il garam masala, semi di senape, coriandolo.
Di solito i chutney accompagnano il piatto principale per esempio carne di maiale arrosto, ma sono molto buoni anche con verdure fritte o lessate, lenticchie e ceci, formaggi freschi o stagionati, riso, carni bollite o cotte a vapore, pesce.
Il mio ” primosale”
“… le pecore e le belanti capre mungeva seduto, secondo un ordine tutte e il suo piccolo sotto ad ognuna spingeva. Quindi cagliata metà del candido latte, l’ammassò e la pose dentro canestri intrecciati…” (Odissea canto IX).
Dunque si tratta di un formaggio di antiche origini che Omero già cita nell’Odissea quando Ulisse, durante le sue peregrinazioni, si imbatte nel ciclope Polifemo. Ne parla anche Aristotele e Plino il Vecchio lo menziona nella “Naturalis Historia”.
Questa ricetta suggeritami dalla mia cara amica Michelina regala un formaggio dal sapore delicato, dalla consistenza morbida ma al tempo stesso compatta, può essere realizzato con latte di pecora ma anche con quello vaccino e, volendo, può essere aromatizzato con spezie dopo l’aggiunta del caglio, che io personalmente acquisto, vegetale, in farmacia.
E’ un formaggio che non richiede stagionatura e che, dunque, può essere consumato già dopo otto ore dalla sua realizzazione, si conserva benissimo in frigorifero ben protetto all’interno di un contenitore. E’ ottimo da gustare da solo ma anche marinato o accompagnato da chutney, composte o miele, si adatta benissimo anche ad essere consumato nelle insalate o per arricchire antipasti.
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