Protagonista di questo piatto semplice e saporito è Il Baccalà, si tratta dunque di merluzzo! Questo pesce, se essiccato, come facevano i Vichinghi che lo pescavano in gran quantità e poi lo essiccavano all’aria aperta per conservarlo a lungo, prende il nome di Stoccafisso; se, invece, lo stesso merluzzo viene messo sotto sale, come ci hanno insegnato i baschi, diventa Baccalà. Anticamente il Baccalà veniva scambiato con prodotti coloniali come lo zucchero, la melassa ecc. e anche con schiavi, che venivano trasportati in America per lavorare nelle piantagioni. Rappresentava dunque un bene prezioso e molto apprezzato che veniva utilizzato come vera e propria moneta di scambio!
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Cozze gratinate al profumo di origano
Semplice e gustoso secondo piatto da fare proprio durante l’estate. Tradizione vuole infatti che nei mesi senza R, quindi da maggio ad agosto le cozze (ed anche le vongole) siano più buone. La saggezza popolare ha un fondamento infatti i mesi autunnali ed invernali (con la R) coincidono con i periodi riproduttivi durante i quali questi molluschi risultano meno saporiti .
Sfogliette di Baccalà con i Cruschi
E’ un piatto molto semplice da realizzare ma dai sapori intensi e sorprendenti che riunisce in sè i profumi della terra e del mare baciati dal sole.
Il peperone crusco, piantato tra febbraio e marzo, viene raccolto all’inizio di agosto. Nei paesi della Basilicata sono appesi a finestre e balconi, intrecciati insieme con ago e filo dal picciolo, i peperoni formano lunghe collane che il tempo rende sempre più rosse. Il peperone di Senise, paese della Basilicata, riconoscibile per la dimensione( più piccolo) e per la forma(appuntito, tronco o a uncino) è detto anche zafaran forse perchè il colore dei peperoni secchi ridotti in polvere ricorda quello dello zafferano.
Le sarde in saor
Questo è un piatto tipico della cucina veneziana. Carlo Goldoni ne parla nella sua opera in dialetto veneziano ” le done de casa soa”. “Saor” in diletto veneto significa “sapore” e gli ingredienti di questa ricetta, che pare risalire al 1300, sono semplici e poveri e vedono come protagoniste le sarde, le cipolle e l’aceto. Il “saor ” era sostanzialmente un metodo di conservazione del pesce in assenza di frigoriferi caratterizzato dall’agrodolce della cipolla macerata nell’aceto. Ai tempi della Venezia Repubblica Marinara erano numerose le incursioni di questa potenza militare nel Mediterraneo per cui nasceva l’esigenza dei marinai di potersi approvvigionare di alimenti che sarebbero durati nel tempo ecco quindi che per mantenere le sarde commestibili le posizionavano a strati all’interno di contenitori alternandole con farciture di cipolle imbiondite a fuoco basso con l’aggiunta di aceto. In questo modo durante le prime 24 ore esse ottenevano una maturazione organolettica unica ed una commestibilità che si protraeva per circa dieci giorni, è noto infatti chela cipolla e l’aceto posseggono qualità antisettiche che contribuiscono ad allontanare quei microorganismi responsabili del deterioramento dei cibi.
Qui propongo una ricetta che prevede un “saor” più aromatizzato con diverse erbe e spezie ed in cui viene utilizzata al posto della cipolla bianca quella rossa. Questo piatto può costituire un ottimo antipasto ma anche un buon secondo.